Michal Macku

“Human life is so amazing and magical that any biography is superfluous” (M.Macku)

Bentrovati amici del blog, sono reduce dall’ultima edizione di ArteFiera a Bologna e, da ciò che ho visto, posso dire che pare intravedersi una ripartenza dell’arte mainstream dopo la pausa forzata dovuta alla pandemia. Un artista fra tutti mi è piaciuto particolarmente: il fotografo ceco Michal Macku, per questo oggi parlerò di lui.

Vi racconto com’è andata: per una fortuita circostanza (cercavo il bar), ho cominciato dal padiglione 26 e dalla sezione dedicata alla fotografia. Osservando i vari stand, mi sono imbattuta in foto -sculture che mi hanno colpito moltissimo; leggendo immediatamente la didascalia ho scoperto che l’autore era Michal Macku.

Appena tornata alla base, mi sono subito messa alla ricerca d’informazioni sull’autore e devo dire che è stato piuttosto difficile perché non ama molto parlare di sé…

La sua curiosità e passione per la fotografia lo ha portato a sperimentare varie tecniche fino a crearne una propria nel 1989 che denominerà tecnica del Gellage.

BIO

Michal Macku nasce il 17 aprile a Bruntál nella Repubblica Ceca, comincia con la fotografia sin dall’età di 15 anni interessandosi anche di scultura, disegno e grafica. 

Laureatosi alla facoltà di tecnologia del Politecnico di Brno nel 1985 e all’Istituto di Fotografia d’Arte di Praga, fino al 1991 lavora presso il Centro Ricerche di Olomuc e diventa insegnante presso la Facoltà Pedagogica dell’Università Palacky della stessa città. 

Dal 1992 lavora come freelance. 

Dopo aver inventato la sua tecnica che ha denominato “Gellage” continua a sperimentare su vari supporti allo scopo di migliorare e ampliarne le potenzialità. La tecnica consiste nel rimuovere la gelatina d’argento dalla pellicola fotografica durante la fase di stampa. 

Dopo anni di lavoro e ricerca, nel 2007 raggiunge la tridimensionalità nella fotografia analogica sfruttando la trasparenza del vetro, creando i cosidetti “Glass gellage”.

L’artista lavora su un blocco di speciale vetro temperato che suddivide in più lastre, su ciascuna delle quali imprime in camera oscura due tecniche fotografiche ovvero il gellage e il carbon print.

Recentemente Macku a iniziato a sperimentare anche con i colori e le grandi dimensioni.

POETICA

Le sue opere sono rappresentative della sua ricerca di far dialogare diverse forme d’espressione artistica e del suo crescente impegno nel trattare temi importanti che raramente possono essere espressi a parole. Un viaggio tra filosofia e riflessione metaforica con uno sguardo crudo verso le miserie umane. 

I suoi corpi devastati sono il simbolo di ciò che genera la violenza, la depressione, l’infermità mentale e la solitudine. 

Grazie alla sua tecnica queste figure ferite, distorte e sofferenti prendono forma e la loro tridimensionalità, incastonata tra le lastre di vetro, le immobilizza in quell’istante dello scatto rendendole spietatamente iconiche e immortali.

In quest’epoca, in cui è praticamente impossibile inventare qualcosa di nuovo, l’unica strada percorribile per artisti e creativi è la sperimentazione e rielaborazione personale di tecniche già consolidate, fino a giungere ad una sintesi che spinga l’ingegno a comporre in modo originale opere espressive di temi universali, proprio come ha fatto lui.

Roberta Fiano

Misticismo e storia nell’Umbria fotografata da Emanuele Ubaldi

Dopo aver fatto la conoscenza con Emanuele Ubaldi, un mio semi – conterraneo (per metà sono umbra), innamorato del borgo medievale di Serracapriola (Fg), gli ho chiesto di raccontare un po’ anche la sua:nostra terra che amo immensamente: l’Umbria.

Mi ha subito accontentato con un bel viaggio fotografico e storico su alcune delle tante bellezze della sua/nostra regione.

Misticismo e storia nell’Umbria fotografata da Emanuele Ubaldi

Dopo le escursioni iconografiche in territorio pugliese, il fotografo umbro Emanuele Ubaldi ha lasciato la Puglia sua seconda regione e il borgo a lui caro di Serracapriola (Fg) per tornare nuovamente a mettere a fuoco i suoi paesaggi nativi, i borghi e i luoghi familiari, ad inquadrare la suggestiva bellezza dei centri storici, il fascino mistico dei numerosi luoghi di culto, l’armonia di una natura sapientemente custodita dall’azione dell’uomo.

veduta di Narni (Tr)

Il suo itinerario ha preso il via dai luoghi della bassa Umbria, partendo da Narni e i suoi dintorni, la maestosa Rocca di Albornoz (XIV sec.), l’imponente Ponte di Augusto ponte di epoca romana situato nei pressi di Narni Scalo ed utilizzato anticamente per l’attraversamento della gola creata dal fiume Nera, per poi recarsi all’Abbazia di S. Cassiano (X sec.), al Sacro Speco di San Francesco, al borgo di Montoro.

Ponte di Augursto – Narni (Tr)

Abbazia di S. Cassiano (X sec.)

Si è poi spostato alla Cascata delle Marmore dove leggenda narra di una creatura fatata, una ninfa di nome Nera, si innamorò del giovane pastore Velino. Per i due era difficile frequentarsi perché appartenevano a due mondi troppo diversi.

Giunone, infuriata, trasformò la ninfa Nera in un fiume perché aveva trasgredito le regole che non consentivano l’amore con gli esseri umani.

Velino si gettò a capofitto dalla rupe di Marmore credendo che Nera stesse annegando in quelle acque che prima non c’erano.

Giove, per evitargli morte certa, durante il volo lo trasformò in acqua, così da salvarsi e ricongiungersi con Nera per l’eternità.

Cascata delle Marmore avvolta nel ghiaccio (gennaio 2017)

 

Passando poi per lago di Piediluco dove l’omonimo paesino di pescatori adagiato tra una sponda e le montagne sembra calarsi in un paesaggio alpino. Un percorso estremamente interessante e ricco di testimonianze storiche nel lembo meridionale della verde Umbria.

Lago di Piediiuco

Emanuele Ubaldi – un umbro innamorato di Serracapriola

Ho trovato davvero interessante e curioso l’amore di un mio quasi compaesano (essendo nata in Umbria) Emanuele Ubaldi, per il borgo medievale di Serracapriola.

L’Umbria terra mistica e quasi magica dove ho passato gli anni più belli della mia infanzia e gioventù, con i suoi generosi abitanti, mi ha regalato un’altra emozione con l’opera del fotografo amatoriale Emanuele Ubaldi.

Di origini umbre e residente nelle campagne di Narni, Ubaldi ha maturato,

nel corso degli anni, una vasta conoscenza del territorio attraverso frequenti spostamenti, anche fuori dai confini regionali.

 

Nell’assecondare la sua profonda passione per i viaggi ed il gusto per la scoperta di borghi, centri storici, paesaggi, particolari poco conosciuti ed itinerari meno battuti, ha abbinato un autentico interesse per la fotografia nato con l’esigenza di voler catturare la bellezza di ogni singolo particolare per riviverlo nella memoria anche a distanza di tempo. Il desiderio di testimoniare il fascino del passato e l’incanto della natura lo hanno portato ed affinare la tecnica fotografica con un occhio sempre attento alle inquadrature, alle prospettive, all’uso del bianco e nero e dell’effetto disegnato.

Da molti anni frequenta la Puglia in particolare il borgo di Serracapriola in provincia di Foggia, questo lo ha portato ad essere apprezzato per i suoi scatti se pur amatoriali dalla comunità

 

Nell’estate 2015 ha collaborato con i sui lavori alla realizzazione di un libro dal titolo: “A SERR” Antologia di scritti di autori serrani.

 

Il 14 agosto 2016 è stato stato insignito del prestigioso premio “Serrani nel mondo” conferito a quei cittadini distintisi in modo particolare per aver promosso l’immagine di Serracapriola oltre i confini regionali e nazionali.

La premiazione si è svolta al Palazzo Arranga, sede del Comune della località pugliese, alla presenza del sindaco Giuseppe D’Onofrio e dell’Assessore al turismo e cultura della Pro Loco turistica di Serracapriola.

 

Il suo ultimo lavoro, il volume, dal titolo “Serracapriola: Fra Storie e Suggestioni” è interamente dedicato al borgo medioevale con un’indagine attenta a sottolineare i segni lasciati del tempo, a carpire l’identità nascosta delle antiche mura, a cogliere particolari significativi negli scorci del centro storico esaltandoli nella sobrietà del bianco e nero.

La pubblicazione è inoltre arrichita da aneddoti, storie e liriche locali dell’autore pugliese Pasquale Balice, un viaggio suggestivo alla scoperta di una storia millenaria.