Arte Elettronica: Kimchi and Chips di Mimi Son ed Elliot Woods

Tra le nuove forme d’ espressione artistica entra a pieno diritto l’arte elettronica, che, grazie all’uso della tecnologia e del calcolo matematico, riesce a creare suggestioni e interazioni con lo spettatore e l’ambiente che la circonda.

Dalla nascita della video – art il mercato dell’arte si è posto il problema della difficile vendibilità di tali opere a causa della loro stessa natura, trattandosi di immagini instabili e fruibili solo attraverso l’uso di monitor o televisori.

Alcune gallerie hanno utilizzato la stampa delle immagini con la numerazione delle copie per dar loro unicità, alcune andando anche a danneggiarne dei punti per aumentarne il valore di mercato.

Chi mi conosce sa che sono un’artista digitale e che le mie opere per loro stessa natura sono riproducibili, per la vendita uso numerare le copie certificandone l’autenticità, tuttavia l’anno scorso, durante una mostra internazionale alla quale ho partecipato, un collezionista ha danneggato l’opera per poi acquistarla, in questo modo se n’è assicurato l’unicità. Il valore (se continuo a crescere come artista), aumenterà notevolmente rispetto al prezzo di vendita ab origine.

Nel caso invece di opere che usano la luce e l’elettronica, le cose si complicano notevolmente, soprattutto perché questo tipo di opere sono destinate agli spazi urbani e non a quelli domestici.

Il digitale nasce come contraltare della comunicazione pubblicitaria e televisiva, anzi, in concorrenza con essa, cercando di ridefinire lo spazio delle città in relazione con chi ci vive, offrendo una sorta di ridefinizione del rapporto tra città, uomo e natura.

Kimchi and Chips by Mimi Son and Elliot Woods

Kimchi and Chips di Mimi Son ed Elliot Woods

Kimchi and Chips è uno studio d’arte di Seoul fondato da Elliot Woods, un artista di Manchester e Mimi Son, un’artista coreana. Mimi ed Elliot hanno creato questa collaborazione nel 2009, per combinare in una sorta di disciplina codificata  la forma con la materia, il concetto con il meccanismo.

Lo studio, crea azioni che sovrappongono le modalità materiali a quelle immateriali dell’esistenza, suggerendo nuovi atteggiamenti tecnici e artistici, attualizzando le realtà fittizie come esperienze fisiche, spesso impiegando la luce digitale e il calcolo per manipolare lo spazio fisico.

Le loro opere esposte in quattro continenti, hanno creato azioni ed interazioni tra natura, uomo e tecnologia digitale.

Elliot Woods and Mimi Son

Mimi Son

Mimi Son è nata a Seoul, dove attualmente vive e lavora. Affascinata fin da piccola dalla pittura e dal talento musicale del padre, da anni si occupa di arte sperimentale usando disegni e materiali di vario genere.

L’ossessione per la geometria e la filosofia buddista, l‘hanno spinta ad articolare lo spazio e il tempo da varie prospettive. Questo continuo sperimentare le ha consentito di creare opere che mirano a rappresentare un’interazione tra arte e tecnologia, materiale e immateriale, reale e virtuale, presenza e assenza.

Negli ultimi dieci anni ha lavorato come designer, docente, narratrice, curatrice e direttore artistico in vari paesi e istituzioni.

Ha completato il master in Digital Media Art and Design presso la Middlesex University e Interaction Design presso CIID. Attualmente è docente a contratto presso l’Ewha Womans University di Seoul e lavora principalmente nel suo studio, Kimchi and Chips co – fondato nel 2009 con l’artista inglese Elliot Woods.

Light Barrier 3rd Edition installation by Kimchi and Chips Studio

Elliot Woods

Elliot Woods è un artista multimediale digitale di Manchester, il suo obiettivo è mettere in relazione tra loro l’uomo e lo strumento digitale (telecamere, televisori ecc…) creando molteplici possibilità di rapporto. Usando i suoi studi accademici in fisica, produce fenomeni sensoriali da domini astratti.

Elliot tra l’alto, contribuisce al progetto openFrameworks (un ubiquo toolkit per la codifica creativa) ed è un collaboratore open source per la piattaforma VVVV. Il suo codice open source è disponibile gratuitamente su GitHub.

483Lines, installation by Kimchi and Chips Studio

L’arte multimediale e digitale è una delle ultimissime frontiere dell’arte contemporanea, con l’andar del tempo e il progresso tecnologico, sarà in grado di ottenere effetti e suggestioni sempre più intense e diversificate, rivoluzionando il modo di intendere l’opera d’arte e la sua “spendibilità” di mercato.

La presenza di gallerie importanti nelle manifestazioni come Light Barrier sono indicative e danno contezza che in un modo o nell’altro, il mercato dell’arte saprà come speculare e monetizzare questa forma d’arte, se ciò poi  sarà un bene o un male, lo scopriremo solo vivendo…

Roberta Fiano

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