L’esistenza nociva degli pseudo artisti (e degli pseudo curatori)

Amici di Robyan blog, oggi mi voglio fare del male: parlerò degli pseudo artisti (e di pseudo curatori)!

Prima di addentrarmi nella critica alla pseudo arte, occorre che dia la definizione di chi é veramente un artista e chi no.

L’artista, quello vero, conosce tutta la storia dell’arte, sperimenta, si mette in discussione e non si accontenta mai, sa che la strada è dura e faticosa, non lo fa per denaro – uno su un milione, riesce a fare soldi – né solo per esprimersi – l’arte vera non né fine a sé stessa né un autocompiacimento del sé – lo fa per lasciare qualcosa che serva a rendere il mondo, un posto migliore.

Margaret Keane, la sua storia l’ha raccontata Tim Burton in “Big Eyes” un bel film del 2014 di cui consiglio la visione; vi sarà ben chiara la differenza tra un’artista e un impostore

Ultimamente grazie ai social, l’underground ha potuto allargare gli orizzonti come mai prima d’ora: per merito della rete oggi è diventato possibile promuovere l’arte e realizzare eventi culturali legati ad essa, quasi a costo zero, molti artisti emergenti si sono collegati tra loro creando associazioni e gruppi attivi, non solo sul web ma anche fuori dai confini dei propri paesi d’origine.

Naturalmente, come in ogni cosa che sembra “tirare”, oltre alle persone serie e motivate, ci sono anche tanti “pseudo artisti”, ovvero gli improvvisatori, quelli convinti che fare arte sia una cosa facile e che possa dare fama, ricchezza oltre che soddisfare l’ego.

Tra loro poi ci sono anche i coraggiosi che sfidano l’ignoranza del pubblico, imitando sfacciatamente i grandi artisti, questo accade nelle piccole realtà locali, dove è raro essere “beccati” per reato di plagio, tuttavia questi signori sottovalutano la potenza della rete, pubblicando le loro “opere” nel web, inconsapevoli dei rischi…

L’unico effetto nocivo che danno all’arte è quella di mancare di rispetto a chi ci crede veramente e impoverire tutto l’ambiente artistico.

Boredem – Margaret Keane

Altra categoria assai più pericolosa è quella degli impostori che approfittano dell’ingenuità degli aspiranti artisti – veri o pseudo tali – offrendo loro di partecipare a collettive costosissime, dove se ti va bene, la mostra si fa sul serio.

Ebbene come difendersi e imparare a distinguere offerte valide da pseudo – offerte?

  • Verificare sempre la fonte dell’informazione e chi sono gli organizzatori, se qualche collega vi ha già partecipato e se vi sono articoli sulle mostre precedentemente curate dai suddetti.
  • Saper calcolare il rapporto qualità (del servizio) – prezzo, se il prezzo è sproporzionato ai benefit, lasciare perdere.
  • Non essere bulimici e partecipare a mostre e mostriciattole – molte delle quali mal organizzate – meglio poche mostre, ma buone.
  • Imparare a rispettare il lavoro dei curatori, non frignare come prime donne per cose futili a meno che voi non siate già dei Picasso (e forse nemmeno in quel caso).

Questo piccolo intervento vuole essere un “pour parler” che serva a comprendere meglio alcune dinamiche che si sviluppano nell’ambiente artistico ai tempi di internet, così senza pretesa.

Magari avere tutte le risposte!

Solo di una cosa tuttavia, sono certa: molti di voi non seguiranno i miei consigli, perché sono gratis.

Roberta Fiano

 

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