Art Beat puntata n°7: Robyan parla di Arte Salerno 2017

Ecco finalmente il mio report su Arte Salerno 2017, una kermesse d’ arte contemporanea durata una settimana dal 4 all’ 11 giugno , giunta alla seconda edizione.

Questo grande evento artistico è stato organizzato da Artetra un’associazione che si occupa di arte contemporanea in Italia e all’estero insieme alla Prince Art Gallery del gallerista Armando Principe e Opera 74 il primo sito di E-Commerce d’arte contemporanea italiano: un concorso internazionale a cui ho avuto il piacere e l’onore di partecipare.

Il Direttore artistico Vittorio Sgarbi insieme al presidente della giuria il conte Daniele Radini Tedeschi con la presidente di Artetra Veronica Miccoli e il Gallerista Armando Prencipe hanno realizzato un evento eccezionale con un’imponente organizzazione, efficentissima e puntuale.

Trecento artisti e più di settecento opere esposte in tre suggestive locations : La stazione marittima opera di Zaha Adid, Palazzo Fruscione e il complesso Monumentale di Santa Sofia.

Per questo evento ho portato un trittico di pittura digitale dal titolo “Sign O’Times”

 

Sign O’ Times nasce parafrasando il famoso pezzo di Prince che fu pubblicato nel 1987, il cui testo parla del “Segno dei tempi” ovvero la violenza delle periferie degradate delle città americane, questo brano mi ha fatto pensare al contrasto con gli anni ’60, momento d’oro del boom economico, della sperimentazione in tutti i settori quali scienza, tecnologia, arte, musica, cinema, letteratura, moda: la società stava cambiando, c’era fiducia nel progresso e nascevano le prime subculture giovanili.

Mi sono dunque immaginata un trittico in stile “Optical” bianco e nero declinato geometricamente per creare un effetto appunto “ottico” e psichedelico.

Da Mary Quant che ha inventato la minigonna alla Pop Art di Wharol, la parabola ascendente dei sixites è in contrasto con il testo della canzone di Prince, che ne descrive invece il declino trent’tanni dopo.

Un trentennio dal’60 al ‘90 che ha segnato i tempi.

Contestualmente all’evento principale si sono svolti altri due eventi, la personale di Marisa Laurito che oltre ad essere una bravissima attrice brillante è anche una pittrice quotata e Ludmilla Radchenko modella e soubrette con la sua mostra pittorica e collezione di foulards dallo stile pop.

La giuria composta da galleristi, antiquari professori e curatori di fama internazionale ha selezionato una decina di artisti che hanno vinto premi importantissimi per la loro carriera: io non ho vinto ma il mio lavoro è stato acquistato da un collezionista e ne sono veramente felice.

Questo evento artistico ha dato lustro alla città di Salerno che negli ultimi anni sta vivendo un periodo d’oro, una città rinata che punta sulla cultura e sul turismo, gentilezza e cura per il cliente sono al primo posto, una rete solidale che sta dimostrando come con la cultura si può fare economia, specialmente in Italia un paese che ha un patrimonio culturale unico al mondo: l’arte, la cultura, i beni culturali e il turismo oltre all’enogastronomia sono il nostro petrolio. Arte Salerno ha dimostrato che “con la cultura si mangia” e si crea economia, personalmente ritengo che  questo evento sia una rivincita per il Sud e  che, a detta dello stesso Vittorio Sgarbi, potrebbe fare da volano per la nascita di una “Biennale del Sud” che faccia da contraltare alla “Biennale di Venezia”.

Contenta di questa esperienza, sono fiduciosa e spero che anche le amministrazioni di altre città italiane decidano  di raccogliere la sfida che ha raccolto  Salerno, puntando sulla cultura e il turismo culturale.

 

 

 

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