Yayoi Kusama nasce a Matsumoto nel 1929 da una famiglia molto tradizionalista e repressiva. Fin da piccola l’arte è l’unico sollievo ai suoi patimenti esistenziali e crisi nervose. Per questo mette un oceano fra sé e il suo mondo trasferendosi a New York, sostenuta dal rapporto epistolare avviato con Georgia O’Keeffe che agevola e promuove l’avvio della sua carriera artistica. I primi anni sono un inferno, la scarsa disponibilità economica, i continui collassi nervosi e la solitudine sono i suoi primi compagni di viaggio. Ma ancora una volta è l’arte a salvarla: esorcizza le proprie paure con i celebri Infinity nets.
Nel 1959 crea così i suoi primi lavori della serie Infinity Nets, delle grandi tele lunghe quasi una decina di metri. Negli anni ’60 si dedica all’elaborazione di nuove opere d’arte, per esempio Accumulatium o Sex Obsession. A partire dal 1967 Kusama realizza numerose performance provocatorie e osé dipingendo con dei pois i corpi dei partecipanti o facendoli “entrare” nelle sue opere.
Come analista di se stessa dichiara: “La stragrande maggioranza degli oggetti che produco è di questo genere, il che fa pensare ad alcuni che io sia una fissata, ma si tratta di un clamoroso fraintendimento. Al contrario, il sesso mi fa molta paura. Ho cominciato a costruire falli nel tentativo di superare le mie fobie: avrei continuato a produrne e alla fine sarei riuscita a vincerle. In altre parole, quei falli erano una forma di automedicazione”. È questa quella che lei stessa definisce “arte psicosomatica”.
Da qui alle folli performance con orge il passo è breve e sul finire degli anni sessanta Kusama diventa con i Kusama Happenings, regina della rivoluzione pacifista, cavalcando lo tsunami hippie.
Nel 1975, per motivi di salute, ritorna definitivamente in Giappone. Da quel momento importanti personali e retrospettive sulla sua opere sono state allestite a Los Angeles, New York, Minneapolis, Tokyo, Londra, Parigi, Vienna, con un rimarchevole afflusso di pubblico. Nel 2000 il governo giapponese le conferisce il cinquantesimo premio del ministero dell’Istruzione e il premio del ministero degli Affari Esteri. Partecipa a due Biennali di Venezia, nel 1966 come rappresentante degli Stati Uniti d’America, e nel 1993 come rappresentante del Giappone.Si fa conoscere dal grande pubblico per la collaborazione con Peter Gabriel nel video “Love Town” (1994), in cui tutte le sue ossessioni – pois, reticolati, cibo e sesso – finiscono nel mondo ipertrofico della canzone dell’ex Genesis.
Ed un’altra occasione per aumentare la sua notorietà, l’ha avuta nel 2012 grazie a Marc Jacobs, direttore artistico Louis Vuitton, con il quale ha svolto una delle più grandi collaborazioni artistiche per la maison francese. Sono stati realizzati numerosi capi d’abbigliamento che riportano gli ossessivi pois, molto grandi e colorati. È stata realizzata anche una linea di borse Louis Vuitton, dove sono stati ripresi i modelli più iconici in cui la classica tela Monogram è stata sostituita con la ben più prestigiosa pelle Monogram Vernis Dots Infinity.
Invece altre borse hanno subito un restyling più fantasioso dove i manici, la parte superiore ed il fondo sono stati realizzati in pelle verniciata Dots Infinity, mentre la parte centrale è in nylon Monogram. Insieme alle borse sono stati realizzati articoli di piccola pelletteria, quali portafogli, pochettes, portamonete che oltre ai pois riportano le zucche ed i nervi biomorfici, altri elementi caratteristici dell’arte di Kusama. Sono stati lanciati anche bracciali modello bangle, scarpe decolleté e ballerine, nonché teli mare, parei, e foulard. Dal 1977 la Kusama vive nell’ospedale psichiatrico Seiwa, in Giappone, per scelta personale. Dipinge quasi quotidianamente nello studio a Shinjuku.