Cinema sperimentale. La Cinepittura e Le Rythme colorè

Amici di Robyan blog con questo mio contributo, oggi voglio parlarvi del cinema sperimentale nato intorno al 1910/1012 grazie a due giovani artisti futuristi il pittore Arnaldo Ginna (Arnaldo Ginanni Corradini) e lo scrittore Bruno Corra (Bruno Ginanni Corradini) e all’artista cubista Leopold Survage.

 

La Cinepittura di Ginna e Corra

Dopo l’avvento del cinematografo, cominciarono varie sperimentazioni artistiche legate a questo nuovo mezzo d’espressione: il più significativo e innovativo fra tutti fu la Cinepittura dei due fratelli artisti futuristi Ginna e Corra.

L’idea di dedicarsi a sperimentazioni con la pellicola cinematografica, venne nel 1912 a Ginna realizzatore del film “Vita Futurista” del 1916. Ginna dopo aver studiato i mosaici ravennati, si diede alla sperimentazione insieme al fratello Corra per creare la musica cromatica o gli accordi cromatici, ottenuti con una particolare modalità d’ esecuzione: dipingendo direttamente su pellicola, usando pellicole vergini senza nitrato d’argento e cercando di dare dunque un colore alle note musicali. I Corradini realizzarono sulla pellicola i loro esperimenti di musica cromatica, creando veri e propri disegni animati, prendendo  per spunto anche la musica con motivi di Chopin e di Mendelssohn.

Questi esperimenti che si riferiscono a studi cominciati prima del 1910 sono raccolti in “quattro rotoletti di pellicola” dei quali uno soltanto supera i duecento metri di lunghezza. “Essi”, scriveva il Corra, “sono qui, dentro il mio cassetto, chiusi nelle loro scatole, etichettati, pronti per il museo futuro. Contengono: lo svolgimento cromatico di un Accordo di colore tolto da un quadro di Segantini.”

Questi brevi filmetti purtroppo sono andati perduti, ci resta tuttavia testimonianza della loro esistenza nel saggio “Musica cromatica” di Corra inserito nel volume “Il pastore, il gregge e la zampogna” (1912), un quaderno che raccoglieva alcuni scritti suoi e di Settimelli, il titolo fu preso da un saggio sull’ opera di Enrico Thovez qui recensita e discussa.

“Musica cromatica” è un volumetto di circa venticinque pagine, in cui si parla appunto degli esperimenti di cinepittura dei fratelli Cinna e Corra.

L’idea era quella di dare colore alla musica e con il movimento della pellicola creare appunto un concerto di suoni e colori; Ginna  dipinse direttamente sulla pellicola, non esistendo all’epoca, una macchina che desse la possibilità di fare riprese a tempo e produrre un fotogramma alla volta, .

Nacque così la Cinepittura, quella che poi svilupperà Norman McLaren intorno agli anni della seconda guerra mondiale, usando la tecnica dell’australiano Leon Lye.

Contemporaneo alla Cinepittura è Le rythme colorè:

 

Leopold Survage e “Le rytme colorè”

Nel 1913 Survage, traendo spunto da uno dei suoi quadri cubisti più famosi, decise di dare colore al ritmo e per fare questo, cominciò a fare esperimenti con le pellicole, convinto assertore della tesi che non esiste in natura nulla di astratto e che nemmeno l’arte che viene definita astratta lo è, essendo i colori qualcosa di vero e concreto (poiché sono un prodotto della luce del sole), decise di colorare il ritmo musicale.

La mia intenzione, in pittura – asseriva Survage – era di fondare un’arte ancora da venire: non di imitazione, ma di spirito. Oggi quasi tutti copiano, con trasformazioni fantasiste. La mia intenzione era di non copiare niente, ma creare ritmi. Non obbedire all’occhio ingannatore, che mente, che copia.

Cominciò col verde che era considerato radioattivo (la terra è verde). ma ben presto si accorse che il rosso era più efficace e di maggiore sensibilità. Il rosso al centro a fianco vi aggiunse il verde quindi per sentimento il giallo e il blu colori figgenti che vanno verso la profondità,  a seguire il violetto che è autonomo, composto da colori puri e non si mischia al rosso e il blu, infine a cornice del rythme colorè il nero che fa il giro della terra.

immagine cinetica. movimento. ritmo visivo e suono in musica. sinestesia Kandinskij.

Nasce così “Le rytme colorè” che tanto colpì Apollinaire il quale convinse Survage a proseguire le sperimentazioni, pellicole che lo stesso Apollinaire decise di portare a Lucien Gaumont (famoso produttore cinematografico) al quale propose l’idea di realizzare un film vero e proprio e distribuirlo nelle sale cinematografiche di Francia, ahimè la guerra impedì tale processo, Gaumont dunque si premurò di restituire le pellicole a Survage.  Fu solo nel 1917 che Apollinaire guarito dalle ferite in guerra, riuscì a organizzare (chez Madame Bougard, rue dePunthièvre) la prima mostra di Survage: una mostra dedicata alla pittura in movimento.

Col Rythme coloré Léopold Survage diventa in modo incontrovertibile insieme ai futuristi Cinna e Corra uno dei precursori del movimento cinetico.

L’idea base del film non era la visione diretta, ma il ritmo.

Era il ritmo che doveva determinare la forma.

Il film non fu mai trasmesso e realizzato, ma restano le sequenze di circa dieci/quindici disegni ciascuna, raccolte nel volume “Les annèes heroiques” alcune di esse ora sono conservate al MOMA di New York e altre alla Cinémathèque Française di Parigi.

P.S.

Anche Picasso ha pensato, fra il 1912 e il 1913, alla possibilità di un film cubista; ma è probabile che l’idea gli sia venuta dallo stesso creatore del Rythme coloré cui, per l’appunto, ha dedicato uno schizzo (1913) nel quale si vede Survage disegnare un “ritmo colorato”.

Quanto vi ho raccontato lo devo al papà di Carlo Verdone, Mario.

Mario Verdone critico cinematografico e saggista, fu tra i primi a scrivere degli esperimenti di Cinna e Corra e nel 1964 intervistò Leopold Survage ormai novantenne, con l’ obiettivo di divulgare questa forma d’arte sperimentale che fino ad allora era rimasta  quasi del tutto sconosciuta.

Roberta Fiano

 

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